giovedì 9 ottobre 2025

Italofonia, il merito degli italo-discendenti

Puntuale come ogni anno ad ottobre, arriva la Settimana della Lingua Italiana nel mondo (13-19 ottobre per l’esattezza), appuntamento che questa edizione avrà come tema “Italofonia: lingua oltre i confini”. Si aspettano centinaia di manifestazioni e si spera che queste riescano ad approfondire le tematiche non solo linguistiche o culturali, ma anche sociali e politiche che l’italofonia comporta. In questo contesto bisogna elogiare il lavoro svolto dalle comunità di italo discendenti che, nonostante il passare del tempo, mantengono vivo il vincolo con il Paese d’origine, un’Italia che a dire il vero non è sempre presente nelle istanze che li riguardano. Spesso lasciati soli dalle istituzioni, a volte persino trattati come quei parenti di cui nessuno vuole saperne più, gli italo-discendenti -e con loro gli italiani emigrati di recente all’estero- hanno dato e danno l’apporto fondamentale per la diffusione della civiltà italiana. Dalla loro parte ci sono la caparbietà, la costanza, l’amore per la propria terra e le proprie origini, più forti di ogni ostacolo. Preservare la lingua significa preservare l’identità, mantenere intatto il legame con le radici e trasmettere questo insieme di valori alle nuove generazioni.

Si calcola che attualmente sono circa 2 milioni e mezzo le persone che parlano l’italiano in America Latina, con importanti presenze come sappiamo in Argentina, Brasile e Venezuela. Nel caso del Centroamerica, sono due i Paesi trainanti dell’italofonia: il Guatemala e il Costa Rica. Qui, la comunità degli italo-discendenti si è rafforzata alla fine del secolo scorso di un’importante colonia di emigrati che ha saputo rinnovare l’interesse per la lingua e la cultura italiana, facendo passi da gigante nei campi dell’imprenditoria, con il settore gastronomico a fare da traino. Di conseguenza, si è creato un significativo interesse per l’apprendimento della lingua italiana, mezzo privilegiato per avvicinarsi a tutto ciò che significa Italia. È nato così anche un risveglio, un risorgimento culturale, che ha portato centinaia di ragazzi, i cui avi provenivano dalla nostra penisola, ad avvicinarsi all’Italia (ricordiamo che in Costa Rica il 7,5% della popolazione ha origini italiane).

L’italofonia, quindi, come un bene da custodire. Senza dubbio, ma andando oltre gli slogan che spesso la politica vuole appiccicare a tutti i costi quando è alla ricerca di consensi, bisogna attuare e creare appoggio e sostegno a chi si trova in prima linea all’estero. Il governo attuale da un lato taglia i ponti con il passato, con un decreto che offende le comunità di italo-discendenti e dall’altro pretende che queste stesse comunità mantengano vive e diffondano la lingua italiana, assieme ai nostri usi e costumi. È una contraddizione, un’altra delle tante che l’emigrato si trova a vivere sulla propria pelle. Che poi, la questione dell’italofonia, si gioca anche in casa, per esempio ponendo un freno agli anglicismi usati oggi in forma sfrenata sui testi e nell’italiano parlato. Cominciamo a conoscere e ad apprezzare la nostra lingua e creeremo davvero quel senso di identità collettiva che renderà effettivo il ponte culturale che l’italofonia deve procurare tra il Paese d’origine e il resto delle comunità sparse per il mondo. 

 

Per approfondire:

https://maledettitropici.blogspot.com/2023/03/ll-congiuntivo-dellultimo-millennio.html

https://maledettitropici.blogspot.com/2021/03/ditelo-in-italiano-lattacco-dellinglese.html


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