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martedì 27 ottobre 2020

Da scuola dittatori a hotel cinque stelle


I nomi che sono passati da questi corridoi, che si sono ospitati in queste stanze, hanno un che di sinistro: Manuel Noriega, Hugo Banzer, Efraín Rios Montt, Vladimiro Montesinos, Roberto Viola, Leopoldo Galtieri, per citarne alcuni. La lista, ovviamente, è molto più lunga. L’edificio, incastonato in un panorama mozzafiato di foresta tropicale e canali, ha avuto per una trentina d’anni un nome tristemente famoso, Fort Gulick. Era la sede della Escuela de las Américas, l’accademia militare montata nel mezzo della giungla panamense dagli Stati Uniti per addestrare l’elite di governanti che con mano dura doveva mantenere l’establishment in America Latina. Fort Gulick era anche la base operativa dell’ottavo gruppo delle Forze speciali, battaglione impegnato nelle missioni più o meno lecite su e giù per il continente americano. L’operazione più famosa rimane quella che, nel settembre-ottobre 1967, costrinse Che Guevara alla resa in Bolivia. Nei tre decenni in cui è stata aperta, la scuola ha addestrato almeno 83.000 reclute, militari chiamati a mantenere, con ogni mezzo, lo status quo nella regione. Non tutto è eterno. Nel 1999 i gringos se ne vanno e lasciano il forte ai panamensi (la scuola, intanto, era già stata trasferita a Fort Benning, in Georgia).  

La struttura, enorme, per un po’ langue sotto il nome di Fort Espinar. Il governo panamense non sa bene che farsene di quegli edifici che trasudano una storia ingombrante. Inoltre, il Paese non ha neanche un esercito che ne possa prendere possesso, visto che è stato abolito dopo l’invasione del 1989. È a questo punto che si fanno avanti gli spagnoli. Location, location, location: l’ex forte è situato in una posizione spettacolare, tra l’oceano e il canale, enclave di cemento in una foresta rigogliosa ed esuberante. La catena Meliá ha l’idea di trasformare il luogo in un hotel a cinque stelle. Sventrati i cortili delle adunate, al loro posto sono state costruite tre grandi piscine, gli interni sono stati rimodellati e l’austera costruzione è diventata Meliá Panama Canal, che oggi offre 232 camere con vista alla giungla o al famoso canale. All’entrata, il turista trova un mosaico con la scritta augurale: et in terra pax.

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