In Costa Rica, e in tutta l’area
centroamericana, esistono storie nascoste, a volte insabbiate, a volte passate
in silenzio, legate alla terra. I profitti che circolano attorno alla proprietà
di grandi estensioni hanno creato conflitti che sono lungi dall’essere risolti.
Da una parte ci sono le comunità autoctone, dall’altra interessi privati che
vorrebbero trarre i propri personali benefici. Due modalità di vita agli
opposti, che contrappongono chi cerca comunione ed equilibrio con la natura e
chi, al contrario, ritiene che l’ambiente sia da controllare e sfruttare. Un
conflitto che, mano a mano che i toni sono diventati esacerbati, si è fatto
cruento e dove, come da copione, sono gli indigeni a farne le spese. L’Onu
stessa, per quanto valga oggi la sua opinione, si è pronunciata perché gli
omicidi dei leader locali non rimangano impuniti. Poi, che queste notizie non
giungano all’opinione pubblica dipende da vari fattori, il principale il
disinteresse che il giornalismo mainstream ha decretato per questo tipo di vicende
che, è evidente, non attraggono pubblico e lettori.
Eppure, mettere nero su bianco significa dare una dimensione alle cose. Se un fatto non appare, non esiste; in qualche modo bisogna parlarne. Trasportare la cronaca nel campo del genere noir mi è sembrato quasi un atto doveroso ed è così che è nato “La ira en el manglar”, scritto in origine in spagnolo e pubblicato da Uruk Editores e quindi tradotto in italiano, dove ha preso il nome di “L’ira nella palude” per i tipi di Neos Edizioni. https://maledettitropici.blogspot.com/2023/08/la-ira-en-el-manglar-una-novela-para-el.html
La trama. Nei primi anni Novanta, il Costa Rica fu scosso da un fatto di cronaca che venne indicato dai mezzi d’informazione con il nome di “crimen del Guacimal”. Una vicenda di cronaca nera dalle tinte fosche, accaduta in tempi non sospetti in quanto a problematiche ambientali, nel contesto seducente ed insidioso di un bosco di mangrovie. Il fatto era insolito. Si parlò per la prima volta di un crimine ecologico, della ribellione della natura contro chi ne violava le sacre regole e dell’esclusività dell’inedito movente. Negli anni successivi, dopo aver letto gli sviluppi e i dettagli della storia, si è fatto impellente l’interesse per romanzare questa vicenda al contrario, dove la natura non è più un agente passivo, arrendevole, che si può plasmare a proprio piacimento, ma un’entità viva, capace di influire nell’animo delle persone, realizzando in questa maniera il suo proposito di difendersi da chi l’attacca. L’ira che si impossessa della palude.
https://neosedizioni.it/libri/narrativa/nero-co/lira-della-palude/
Nessun commento:
Posta un commento