Visualizzazione post con etichetta Costa Rica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Costa Rica. Mostra tutti i post

venerdì 27 novembre 2020

Il turista del futuro pagherà le emissioni di gas serra. Un progetto in Costa Rica

 


Pagheremo in futuro l’impatto sull’ambiente provocato dai nostri viaggi? L’utilizzo di aerei, automobili, motorini nonché l’uso di aria condizionata e di apparecchi elettrici provoca un costo che ci troveremo a dover pagare per compensare le emissioni di gas serra individuali. In spagnolo si chiama “huella de carbono” e in Costa Rica si può già pagare. In forma volontaria, ovviamente. Sul sito del Fonafifo (il Fondo di finanziamento forestale) è possibile calcolare, attraverso una calcolatrice virtuale, l’impatto in soldoni della nostra presenza. Viaggio aereo, consumo di benzina, tipo di automobile noleggiata, numero di chilometri percorsi, una stima dell’elettricità che abbiamo consumato. Ogni voce viene valutata tramite percentuali e, alla fine, la calcolatrice monetizza le emissioni che abbiamo generato. Insomma, ci viene presentato il conto. Se volete, potete provare ad effettuare un viaggio virtuale, seguendo questo link:
https://www.fonafifo.go.cr/es/calculadora/  e vedere quanto vi costa.

Dove vanno a finire i soldi raccolti? A piantare alberi, soprattutto. Il Fonafifo si è reso protagonista di una campagna serrata sulla riforestazione riuscendo, dal 2003 al 2019, a finanziare la piantumazione di otto milioni di alberi. Un obiettivo serio e di successo, visto che il Costa Rica è l’unico paese in Centroamerica ad essere riuscito ad aumentare l’estensione dei propri boschi dall’anno Duemila ad oggi. Non solo. Il Fonafifo si occupa di progetti agroforestali che prevedono la salvaguardia di determinate zone a rischio. In particolare, in questo momento, sono avviati due programmi che finanziano la riforestazione e la protezione di altrettante riserve naturali nell’area del fiume Sarapiquí. L’ICT, l’Istituto per il turismo, ha ipotizzato quanto potrebbe ricavare dall’iniziativa sulla “huella de carbono” se resa obbligatoria. Usando il numero complessivo dei turisti che hanno visitato il Costa Rica nella stagione 2018 e inseritolo nella calcolatrice, la compensazione ha raggiunto una cifra che supera i 3 milioni e mezzo di dollari, sufficienti per tutelare l’ambiente su 14.000 ettari di territorio. Siamo pronti per pagare la tassa sull’ambiente?

venerdì 2 ottobre 2020

Il gallo pinto, una colazione da campioni

Il gallo pinto è forse il più famoso dei piatti tradizionali del Centroamerica. La combinazione è semplice e riguarda l’unione dei due alimenti principe (oltre al mais) della dieta centroamericana, i fagioli e il riso, i primi originari dell’attuale Messico, il secondo importato dagli Spagnoli durante la dominazione. È un piatto che si consuma a colazione ed è diffuso soprattutto in Costa Rica e Nicaragua, dove è accesa la contesa per definire a quale paese spetti la ricetta originale. La differenza che salta subito alla vista e al gusto è che il gallo pinto tico si prepara con il fagiolo nero, mentre quello nicaraguense con quello rosso. Non solo. In Costa Rica un buon pinto deve essere condito con la salsa Lizano, un prodotto locale simile alla Worchestershire sauce, elaborato per la prima volta circa un secolo fa e che mano a mano è diventato popolare sulle tavole costaricensi.

È un piatto da colazione e robusto, visto che generalmente viene completato da altri alimenti: uova soprattutto e poi avocado, formaggio fritto, salciccia, panna acida (natilla), banane fritte. Una variante interessante è quella servita sulla costa atlantica, il rice and beans di origine caraibica. In questo caso il riso e i fagioli si cuociono nel latte di cocco, con una buona dose di peperoncino habanero. La ricetta è abbastanza semplice. Preparate un soffritto a base di cipolla tritata, peperoni a pezzettini e, se volete, aglio. Al soffritto aggiungete il riso e i fagioli che avrete avuto cura di preparare il giorno prima e lasciate cuocere per pochi minuti –da 3 a 5- aggiungendo mano a mano nella padella l’acqua dei fagioli. Alla fine, adornate con coriandolo e mettete in tavola. Solitamente le massaie locali ne preparano dosi industriali: il gallo pinto riscaldato serve infatti anche a pranzo e a cena e, a volte, soprattutto nelle tavole dove scarseggia la varietà, può durare la settimana intera.

Nella foto, il gallo pinto servito sulla nostra tavola, come ogni sabato mattina.

In musica: “Frijolero”, Molotov, 2003: https://www.youtube.com/watch?v=8iJMOBcPQyg

Le città italiane, luna park del turismo

Il comune di Venezia ha annunciato che, a partire da aprile fino a luglio, in certe date stabilite –ventinove in tutto- sarà necessario paga...