Qual è la più bella libreria in
America Latina? Il National Geographic non ha dubbi, The Guardian e lo spagnolo
ABC nemmeno e tutti citano l’Ateneo Grand Splendid di Buenos Aires. A cosa si
deve tanta sintonia? Al fatto che la libreria è ospitata all’interno di un
antico teatro. Dove opera lirica, drammaturgia, tango hanno amenizzato le notti
dei capitalini per decenni, oggi si leggono libri, si beve caffè e si conversa
a sottovoce cercando un titolo da comprare e portare a casa. Il Grand Splendid,
questo il nome del teatro, aprì i battenti nel 1919 nel quartiere della
Recoleta –al civico Santa Fe 1860- ed ebbe subito un protagonista d’eccezione,
Carlos Gardel. Qui, l’inventore del tango registrò vari pezzi, ma la sala
d’incisione, pur esistendo ancora, è oggi chiusa al pubblico. Costruito con
quattro file di palchi e con una capacità di 500 persone, il teatro ospitò
presto nei suoi spazi una radioemittente (Radio Splendid) e quindi la sala di
registrazione per conto della Nacional Odeón. Nel 1929, Gardel fece la sua
prima trasmissione radiofonica cantando e suonando i suoi tanghi per il
pubblico argentino. Il teatro divenne un pezzo di storia di Buenos Aires,
resistendo al passo dei tempi fino all’avvento del nuovo millennio.
La trasformazione a libreria, voluta dal gruppo Ilhsa, avviene nel 2000 con una ristrutturazione mirata che ha mantenuto intatta la bellezza e l’origine del luogo. Arte, letteratura, teatro si sovrappongono oggi nella maestosità della cupola (dipinta dal marchigiano Nazareno Orlandi), nella struttura dell’ordine dei palchi, nella successione dei volumi che regalano al visitatore un’esperienza incredibile. Perfino il palco è stato mantenuto intatto e serve come sala di lettura, frequentatissima. Anche i numeri della libreria servono per dare un’idea della sua particolarità: 120.000 copie di libri alla vista dislocati su tre piani su una superficie totale di 2000 metri quadrati.
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