Giunti alla fine dell’anno i critici musicali sono soliti presentare la lista dei migliori dischi. Quest’anno ho deciso anch’io di fare la mia lista ma, ritenendo il 2020 indegno anche sotto il punto di vista musicale, vi presento una top list speciale, come se a finire fosse il 1970. Giusto mezzo secolo fa.
30. Hark! The Village Wait – Steeleye Span
Un gruppo di simpatici giovani che suonano le canzoni dei loro nonni riuscendo a fare un disco decente.
29. If I Could do It All Over Again… – Caravan
La Canterbury scene cresce e si fa adulta.
28. Thank Christ for the Bomb – The Groundhogs
Le visioni blues di un chitarrista dotato, votato a born loser.
27. Woodstock, colonna sonora
Cavolo, c’è stato Woodstock... un anno fa. Sei facciate tutto sommato –con le debite eccezioni- un poco pallose.
26. The Man Who Sold the World – David Bowie
Bello, in certi passaggi intenso, ma il ragazzo ha talento e può fare di meglio. Deve sforzarsi di più.
25. I – EL&P
Mah, alcuni spunti sono interessanti. Certamente da riascoltare più volte prima di dare un giudizio obiettivo.
24. Benefit – Jethro Tull
Se Rolling Stone lo stronca (i Jethro Tull ci danno una “fredda, rumorosa e insensibile esecuzione musicale”) vuol dire che faremo lo sforzo di ascoltarlo.
23. The Black Man’s Burdon – Eric Burdon & War
Discone, un’ora e mezzo di dichiarazione d’amore (e di guerra) alla musica.
22. Closer to Home – Grand Funk Railroad
Questi la critica non se li caga, ma a me sono sempre piaciuti assai. Vogliamo parlarne?
21. The Madcap Laughs – Syd Barrett
Fino a quando riderà il cappellaio matto?
20. Abraxas – Santana
“Un capolavoro di tecnica insipida... suonato da musicisti incompetenti” (Rolling Stone, la rivista). Un disco che crea solo “un sacco di rumore” (Robert Christgau).
19. Atom Heart Mother – Pink Floyd
La mucca della copertina si chiede perché sia finita lì. I Pink Floyd non sono solo noiosi: sanno anche essere spiritosi.
18. Climbing! - Mountain
Disco d’esordio dei Cream americani, ma con tanta energia in più di quelli originali.
17. Chunga’s Revenge – Frank Zappa
Non so come la pensiate, ma Zappa non si discute.
16. Idlewild South – Allman Brothers Band
Graffia meno del disco d’esordio, ma comunque accettabile. People can you feel it, love is everywhere, l’amore è ovunque soprattutto dopo vari ascolti di “Midnight Rider”.
15. Back in the USA – MC5
Due pezzi su tutti “Shakin’ Street” e “High School”. Diventeranno delle grandi cover.
14. Let it Be – Beatles
Purtroppo siamo alla frutta, un album che è la colonna sonora della fine di una grande band.
13. In the Wake of Poseidon/Lizard – King Crimson
Doppio King Crimson in quell che va dell’anno. C’è un po’ di tutto, tanta musica da esplorare nelle lunghe nottate invernali.
12. Funhouse – The Stooges
Onesto, catartico. Poche balle, essenziale.
11. In Rock – Deep Purple
Finalmente i Deep Purple non cazzeggiano più e si mettono a fare sul serio. C’è da sperare per il futuro.
10. Cosmo’s Factory – CCR
Swamp all over the world.
9. Fire & Water – Free
Perché i Free così in alto? Boh, si lasciano ascoltare, blues bianco elettrico completo, senza sbavature.
8. Shooting at the Moon – Kevin Ayers
Genio incompreso. Farà sicuramente un sacco di bei dischi che venderanno poco, guadagnandosi la fama di musicista di nicchia, molto di nicchia.
7. Dèjá Vu – Crosby, Stills, Nash & Young
L’unione fa la forza e pure dei bei dischi.
6. Black Sabbath I/Paranoid.
Doppio Sabbath, continuate così e ne verrà fuori qualcosa di buono.
5. Loaded – Velvet Underground
È solo “una delle tante rock and roll band di Long Island” (cit. Lou Reed): ce ne faremo una ragione.
4. Cruel Sister – Pentangle
Tra le band più sottovalutate di sempre. Grandissimi e inarrivabili.
3. John Barleycorne Must Die – Traffic
Una corsa a perdifiato tra jazz, rock, folk. Album completo.
2. Live at Leeds – The Who
Finalmente gli Who dal vivo. Maestosi, semplici e brutali. Sei piste, metà classici blues rivisitati, metà originali. Il degno seguito di “Tommy”.
1. III – Led Zeppelin
Qui, tra questi solchi, nasce, vive e muore il rock and roll.
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