lunedì 1 marzo 2021

L'ignoranza al potere: tutte le gaffe dei politici

L’immaginazione al potere proponeva tempo fa –ma tanto tempo fa- il filosofo Herbert Marcuse. Il potere è rimasto, l’immaginazione è andata in vacanza, molto lontano, ed ha lasciato il suo posto all’ignoranza. Le nuove nomine del governo Draghi hanno rinverdito l’abisso culturale di certi personaggi, a cominciare dal “Chi si ferma è perduto, mille anni ogni minuto” di Rossano Sasso, Lega, sottosegretario all’Istruzione che scambia Topolino per Dante. È solo l’ultima di una lunga serie, vediamo alcune perle (vale la par condicio), per non dimenticare:

I regimi violenti come quelli di Pino Chet”, Sara Paglini, 5 Stelle, senatrice (novembre 2013).

Con tutto il cuore mando un abbraccio ai nostri amici libici”, Manlio Di Stefano, 5 Stelle, sottosegretario agli Esteri, a proposito della tragedia di Beirut, in Libano (agosto 2020).

Esprimo la mia vicinanza al popolo libico e cordoglio alle vittime”, stessa occasione, Elisa Pirro, 5 stelle, senatrice (agosto 2020).

“... come ai tempi di Pinochet in Venezuela” Luigi Di Maio, 5 Stelle, al tempo vicepresidente della Camera (settembre 2016).

L’ultima cosa che ho riletto per svago è Il Castello di Kafka, tre anni fa. Ora che mi dedicherò alla cultura magari andrò più al cinema e a teatro”. Lucia Bergonzoni, Lega, sottosegretaria alla Cultura (febbraio 2021).

“...Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro”, il famoso tunnel di 700 chilometri di Mariastella Gelmini, Forza Italia, ministra dell’Istruzione (settembre 2011).

L’ho imparato ieri sera... speriamo che lo faremo bene”. Patrizio Bianchi, ministro all’Istruzione ha bisogno di ripetizioni d’italiano (febbraio 2020).

... metterà finalmente fine all’irrisolto conflitto tra palestiniani e israeliani”, Matteo Renzi, al tempo Partito Democratico, aprile 2017.

"Una volta a Washington andammo alla scalinata di Rocky", Matteo Salvini, Lega, al tempo vicepremier, giugno 2019. La scalinata è a Philadelphia.

Rivendico il diritto di non sapere chi siano Jim Morrison e chi siano i Doors”, Maurizio Gasparri, Forza Italia, dopo aver confuso Jim Morrison per un rapinatore slavo, gennaio 2016.

Auguri di buona Pascuetta”, Antonio Razzi, Forza Italia, senatore, aprile 2015.

Dove c’è scritto che il Presidente della Repubblica deve avere una certa età?” Roberta Lombardi, 5 Stelle, deputata, aprile 2013.

Ultimamente a Dublino, in Scozia”, Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, giugno 2016.

Il migrante è gerundio, quando migri sei un migrante”, Matteo Salvini, Lega, giugno 2015.

Romolo e Remolo, fondatori di Roma”, Silvio Berlusconi, Forza Italia, maggio 2002.

Non ho mai avuto problemi con gli uomini sessuali”, Antonio Razzi, Forza Italia, aprile 2014.

Il movimento ha sempre detto che noi volessimo fare un referendum sull’euro”, Luigi Di Maio, 5 Stelle, gennaio 2018.

Macron piace a tutti quanti voi come se fosse Napoleone ma almeno quello combatteva sui campi ad Auschwitz”, Alessandro Di Battista, 5 stelle, luglio 2017.

Perché offrano percorsi di assistenza sempre più migliori a studenti e studentesse”, Valeria Fedeli, ministra dell ‘Istruzione, Partito Democratico, dicembre 2017.

Per infettare me bisogna trovare due persone infette nello stesso momento”, Giulio Gallera, assessore alla Sanità, Regione Lombardia, Forza Italia, maggio 2020.

Sarò felicissimo di conoscere papà Cervi, a cui va tutta la mia ammirazione”, Silvio Berlusconi, Forza Italia, ottobre 2000.

Nel ‘700, ‘800 e ‘900 si occupavano militarmente altri stati. Noi ci prendevamo l’Istria, Nizza e la Savoia” Matteo Renzi, Partito Democratico, maggio 2015.

Le donne rappresentano il 50% della popolazione femminile”, Laura Boldrini, Partito Democratico, ex presidente della Camera dei Deputati, marzo 2014.

 

Mi fermo qui, per chi volesse approfondire:

Guido Quaranta, “Scusate, il patè d’animo” ossia il fior fiore dell’imbecillità dei politici (Rizzoli, 1992), un po’ datato;

Giuseppe Antonelli, “Volgare eloquenza: come le parole hanno paralizzato la politica” (Laterza, 2017).

sabato 13 febbraio 2021

Dal Messico, i tacos primo amore

Il Messico in casa lo si può portare con alcune semplici ma efficaci ricette come quelle del taco. Ci viene in aiuto pure Netflix, che attraverso “Tutto sul taco”, traduzione non proprio azzeccata dall’originale “Las crónicas del taco”, ci spiega quanto la cultura messicana sia fortemente intrecciata a questo piatto.

I cortometraggi della serie –della durata di mezzora in media- sono degli spaccati della realtà messicana. Storia, tradizione, cultura: il taco è il prodotto diretto della tortilla, l’alimento ancestrale che ha dato da mangiare alle differenti popolazioni che abitavano il Messico precolombiano. L’uso primitivo era un poco selvaggio: oltre alla carne di tacchino (il guajolote), nel taco ci finiva anche quella del xoloitzcuintle, una razza di cane di color scuro e privo di pelo che è riuscita a sopravvivere fino ad oggi. Tortilla e taco sono inseparabili e il rito della loro preparazione assomiglia a quello della pasta in Italia. Preparati rigorosamente in casa, occupano attorno al tavolo della cucina, due tre generazioni riunendo per il pranzo l’intera famiglia. Palmeadita, ossia schiacciata con la palma della mano fino a raggiungere la forma ovale, la tortilla ospita il ripieno che, intanto, viene preparato a parte. Pomodoro, carne (di agnello, vitello o maiale), cipolla, formaggio sono gli ingredienti principali di questo ripieno, a cui vanno aggiunti l’olio e qualche foglia di coriandolo, spezia che serve a dare l’inconfondibile sapore dei piatti messicani. Nella pratica, potete preparare il ripieno che più vi garba, la caratteristica del taco è proprio quella di unire la tradizione con l’innovazione e i vostri gusti personali.

La storia del taco, dicevamo, affonda nei secoli, nel Messico olmeca, ma per le prime testimonianze scritte bisogna aspettare gli spagnoli conquistatori. Nel 1520, il cronista Bernal Díaz del Castillo, fonte inesauribile di quei giorni, ci racconta che durante gli ozi di Coyoacán, Hernán Cortés e i suoi si diedero a un gran banchetto dove il protagonista era, appunto, il taco. La tortilla era ripiena della carne di alcuni maialini fatti arrivare apposta da Cuba. A parte alcuni accenni in manuali di cucina della prima metà dell’Ottocento, nella letteratura il taco entra per la prima volta nel romanzo di Manuel Payno, “Los bandidos de Río Frío”. È il 1891 e il libro, scritto e pubblicato in Europa da Payno che viveva a Parigi, fa conoscere agli europei per la prima volta in dettaglio le usanze e i costumi tex mex. 

 

Ai nostri giorni il taco viene riproposto come espressione dello street food. Popolarizzato, ma anche oltraggiato da Taco Bell –che da piccolo ristorantino di San Bernardino dell’est di Los Angeles si trasforma nella poderosa catena di fast food nel giro di pochi anni grazie all’invenzione della shell, la tortilla fritta- parte alla conquista degli Stati Uniti. Ma è nelle case, nell’ambito famigliare che il taco continua a rappresentare la celebrazione del cibo, rinsaldando il vincolo con la sua storia millenaria.

mercoledì 10 febbraio 2021

Da Torino, tracce di suoni dagli anni Ottanta

A proposito di dischi dimenticati, mi è capitato tra le mani in questi giorni “Tracce 85”, progetto che nacque da un’idea di Massimo Scabbia, legato alle onde sonore di Radio Popolare ed in forza anche al “Buscadero”. Era una compilation territoriale, dedicata ai gruppi del Torinese. Una “battle of the bands” come si annunciava già dalla copertina, ma una battaglia eterogenea in quanto ad indirizzi musicali. I gruppi, in ordine di solco, erano: Sick Rose, Carl Lee & The Rhythm Rebels, Aqua, Psycho Farm, Double Deck Five, Party Kidz, Prostitutes, Blutgruppe e Politburo. Il disco è rimasto una testimonianza diretta della scena di quegli anni (“Tracce 85” era il proseguimento di un altro “Tracce”, pubblicato l’anno anteriore), vivace e irripetibile di una generazione di musicisti che il fato riunì nello stesso periodo nella stessa città. Si raschiava da tutti i generi, dove era evidente però la dicotomia tra chi amava certe sonorità chitarristiche che ruotavano tra la swinging London degli anni Sessanta e l’America della provincia e chi invece si votava alla wave, new, elettronica o post che fosse. 

Torino era città sacra in quel momento, capace di mostrare differenti facce e di votarsi a molteplici santi. Sulla ferrovia subalpina correvano due treni destinati a non incontrarsi mai, espressione comunque delle anime di una città industriale, dalle periferie pesanti, il clima inclemente e dal disagio profondo profondo. In fondo, la Fiat faceva ancora da riferimento per le lotte sindacali e la stagione del terrorismo zoppicava sugli ultimi singulti.  

A Torino, musicalmente, si fecero cose importanti in quegli anni. Il decennio Ottanta meriterebbe fiumi di inchiostro perché mai una scena fu tanto dinamica quanto poco fortunata. Probabilmente perché si dava alla musica un valore intrinseco, molto qualitativo e poco quantitativo o, almeno, capace di monetizzare tanta attività. Basta ascoltare il disco, che scorre ancora oggi con una leggerezza assoluta: possiede brio e un certo ineffabile incanto.

Veniamo ora al personale. Due ragioni mi legano a questo disco. Il pezzo che registrammo (“Things Gettin’ Better”, cover del gruppo texano Kenny & The Kasuals) era una bomba che avevo l’onore di introdurre con un giro nervoso di basso distorto dal fuzz. L’ho sempre considerata un inno, al futuro prossimo venturo e alle grandi cose che avremmo potuto fare. E quell’intro che graffiava i solchi era anche il mio esordio su vinile. Nelle prime registrazioni con i Sick Rose non c’ero; nel pezzo su “Eighties Colours” suonava il basso Davide Forno, che sostituii proprio in quel periodo. L’altro dettaglio sta nella copertina. Nella foto, infatti, appare parte della nostra strumentazione di quei giorni: un amplificatore Vox, una Hagstrom e la Squier Telecaster da poco comperata (modello 1983, e che ho ancora oggi in mio possesso assieme alla custodia nella foto).

Per approfondire: libro “Everybody Wants to Know” e disco (“Shaking Street”) sul sito di Area Pirata: http://www.areapirata.com/dettaglio.php?cod=5310

Le città italiane, luna park del turismo

Il comune di Venezia ha annunciato che, a partire da aprile fino a luglio, in certe date stabilite –ventinove in tutto- sarà necessario paga...